Sempre Giorno 8: un grande stop

Forse avevamo bisogno di prenderci un po di tempo per capire come interiorizzare la situazione e, rotture di telefoni a parte, questo é il principale motivo per cui negli ultimi giorni non ci sono stati aggiornamenti sul blog.

La gioia di cui eravamo carichi ripartendo si è velocemente esaurita. Dopo appena un’ora di navigazione il motore ci ha mollato.
Non gira proprio piú.
Sprofondiamo in un immenso sconforto.
Per fortuna non siamo troppo distanti da riva, poco meno di un miglio, che fare?facciamo due prove veloci, ma il motore non vuole saperne di girare. Abbiamo un levante che ci porta verso riva e per aiutarlo e poter anche scegliere un po’ dove andare, apriamo la vela. Il porticciolo più vicino è Quercianella ci dirigiamo la. A vela arriviamo quasi all’imboccatura del porto e poi tiriamo fuori i remi e ci mettiamo a vogare. Gli occhi di tutto il porto e del molo sono puntati su di noi. Sono principalmente occhi curiosi, che non si sono mai posati su un mezzo bizzarro come Elettra, ma noi ce la viviamo un po’ come una sconfitta. Buttiamo la nostra ancora di poppa e prendiamo un anello sul molo a prua. La barca è in salvo e noi anche.
Cerchiamo un autoctono per confrontarci e spiegare la situazione. Appresso al porticciolo c’è un circolo velico, li cerchiamo qualcuno con cui parlare.
Troviamo chi giá ci aveva osservato da lontano coi binocoli. Chiediamo ospitalità e ci viene concessa, come ogni porto degno di questo nome deve fare.
Ci guardiamo e capiamo che continuare a bruciare motori come se fossero noccioline non è il caso. Chiamo così Paolone e facciamo partire la manovra di rientro. Paolo con la macchina pronta per caricare elettra arriva in appena due ore un tempo che rende ancora piu amaro il rientro.
Nella mia percezione spazio-temporale la liguria è molto distante mentre per una macchina con un po di litri di gasolio nel serbatoio è a solo due ore…
Smontiamo elettra e la prepariamo per il trasporto, quando paolo arriva riusciamo a mettere tutto in macchina e siamo pronti per il rientro.
Un grande saluto a Bond che in maccina non ci sta, e siamo in viaggio su ruota.
Rientando rimuggino sulla situazione:
In un viaggio cosi i problemi sono all’ordine del giorno, farsi prendere dallo sconforto non aiuta. E se avessimo preso un momento in piu per riguardare il motore e cosa aveva di rotto…
Insomma, nonostante elettra sia riuscita a percorrere 100 miglia con sole energie rinnovabili non mi sento appagato, l’obbiettivo non è stato raggiunto, di miglia ne voglio 140.
E perche non rientrare per “fare una sosta ai box” e poi ripartire?
Infondo la fretta è l’unico ingrediente non necessario a questa avventura.
Smonto il motore e lo aggiusto e poi rimango in osservazione del meteo mare; se si apre una finestra di tempo buono si riparte.
A questo punto direi che il miglior saluto è: a riaggiornarci!