Giorno 2 1/2: Il giorno più lungo

La voglia di ripartire era tanta soprattutto per la poderosa bloccata da 2 gg a Rapallo.

L’equipaggio di elettra è desideroso di recuperare il tempo perduto. Quindi appena sorge il sole i due “bolidi” ripartono

Premetto che oggi abbiamo macinato km su km divisi in due tranche e come di consueto partiamo con il racconto su due binari paralleli

Ore 8:00

La Poderosa:

dopo una notte tormentata a causa di un vicino di tenda molto rumoroso che mi ha costretto a cambiare posto alle 4:30. Ma nulla poteva distogliermi dal mio obbiettivo: partenza alle ore otto puntuali.

E così ho fatto

Le sensazioni sono subito ottime, d’altronde ho perso diciotto kg grazie al cambio di batteria da quella al piombo a quella al litio. I saliscendi che mi dividono da Chiavari (màgari) vengono spianati abbastanza bene dalla Poderosa, ma purtroppo o per fortuna (con il senno di poi) a chiavari muore definitivamente la batteria della ruota. Decido di proseguire lo stesso poiché la strada verso sestri levante è per lo più in pianura. Giungo alla meta del pranzo dopo solo 2 ore. Inizio a caricare le batterie sul lungomare di sestri e scruto l’orizzonte in attesa di elettra, ed un fremito mi percorre la schiena quando la radio torna a parlare dopo 1,3 giorni, è Elettra!

Sta arrivando!

Ore 7:00

Elettra: salpiamo alle h 7 e appena usciamo dall’insenatura di San Fruttuoso la luce del sole colpisce i nostri pannelli e inizia a ricaricare le batterie. Mettiamo la prua a est e in un’ora e mezza siamo al faro di portofino, di fianco a noi un pescatore che con le reti tira su una bella aragosta(beato lui, a noi in tutta la giornata neanche una tocca). Dopo la punta abbiamo solo mare dritto fino a Sestri. Una leggera brezza ci rallenta e alla fine per le due prendiamo terra.

Dopo l’incontro di sestri levante si decide di ripartire destinazione Bonassola in questo modo possiamo recuperare lo svantaggio sulla tabella di marcia. Quindi un panino al volo insieme e alle ore 15:30 in punto Elettra riparte verso la prossima tappa.

Ore 15:30

La Poderosa

Saluto l’equipaggio di Elettra e mi concentro sul carrellino. Quando è arrivata Elettra infatti ci siamo dedicati a capire come rimettere in sesto il collegamento tra batteria e inverter del carrellino dato che subito dopo l’arrivo a sestri questo era saltato a causa di una sezione del cavo troppo piccola.

Nel momento di massimo irraggiamento la ricarica della batteria della ruota sembra andare a mille. Aspetto un’oretta e la ricarica da 0 arriva al 43%. Penso che sia meglio partire perchè ormai sono le 16:45.

Il bracco è il vero Golgotha della spedizione. 12 km infiniti e soprattutto i primi 4 molto duri, sopra il 7%

E niente, si resiste di più, ma alla fine si spinge….e tanto. Faticoso oltre misura. A circa metà salita senza più acqua intravedo dopo la curva la scritta oasi. Mi fermo ma purtroppo niente acqua. Capiamoci non era una allucinazione ma solo che sotto le mentite spoglie di un camping e zona ristoro c’è un bel villaggetto privato fatto di bungalov e casette private senza servizi funzionanti ma che fungono da simulacri abbandonanti.

Proseguo il calvario e giungo all’ingresso del paese di Bracco dopo aver schivata una signora molto anziana accampata a bordo strada con un triciclo e un treno di 3 vagoni fatti con carrelli da bici. mi ferma e mi chiede da dove vengo e soprattutto dove ho preso il carretto. E niente in tempo 0 era il suo carretto che gli ho rubato mi insegue per una decina di minuti ma io sono concentrato sulla vetta.

Arrivo da Davidin e non ho più il dono della parola. Entro e gli indico una bottiglia vuota di acqua gasata. Fortunatamente la signora capisce e riesco a introdurre qualche liquido. Chiedo quanto manca alla vetta al simpatico signore seduto di fronte e la risposta di Roberto, abitante del Bracco, è 3,5 Km…e le batterie sono morte!

Si spinge e per tirami su di morale penso a Roberto del Bracco…Giungo alla vetta alle ore 19. Vedo la madonna vestita da caramba che mi saluta col mitra al collo.

Inizio la discesa verso Deiva dapprima e poi Framura per prendere la nuova ciclabile verso Bonassola. Ma la discesa purtroppo non era lineare fino a framura ma costellata si mille saliscendi e da cartellonistica ingannatrice (mancano sempre 3 km a framura), senza batterie è qui il vero incubo del giorno più lungo. Arrivo a Bonassola alle 21:40

Spero tanto che i miei comparez siano stati più fortunati di me.

Ore 15:30

Elettra

Si riparte ( anche se speravamo di partire mezz’ora prima). La sosta di pranzo a permesso alle batterie di ricaricarsi quasi completamente ci possiamo perciò permettere di navigare alla massima velocitá. In un attimo abbiamo passato riva. Ci raggiungono in gommone (partiti da bonassola)Andrea, Lalla, Checca, Bobo e Chiara che ci portano “un po de cose da beive e cose da mangiä “. Ci hanno trovato cosi:

dav

Li salutiamo e continuiamo il nostro viaggio, ma riduciamo un po’ la velocità visto che il sole non è piu cosi alto.
Ad un certo punto vediamo una cosa gialla che galleggia, poi ci rendiamo conto che si muove… é un pappagallino che ad un miglio da riva stava affogando lo carichiamo su e lo chiamiamo Ginetto.

Lo asciughiamo e lo rifocilliamo e si dimostra subito un simpatico compagno di viaggio e a noi: due marinai con un pappagallo, ci fa sentire subito piu pirati…
Si alza una brezzolina che ci porta fino a Bonassola dove passeremo la notte.

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