Giorno 3 e 3/4:Con la barca solare, di notte non navigare

A Bonassola il sole inizia a scaldare dalle prime ore del mattino e anche noi nonostante le fatiche del giorno precedente ci attiviamo molto presto. Per la Poderosa i km da macinare oggi sono 55 e per Elettra le miglia marine 14, destinazione portovenere.

C’è stato un cambio nell’equipaggio di Elettra che da oggi vede al fianco di Filo il buon Luca.

I mezzi hanno bisogno di manutenzione prima di partire e anche noi di una buona colazione.

Ore 10

La Poderosa

La partenza è abbastanza agevole e fresca completo la ciclabile che unisce sul vecchio tracciato ferroviario Bonassola a Levanto. Ma qui finisce subito la gioia mi aspetta una lunga e dura salita fino al santuario di Saviore. Ci arrivo in circa 2 ore per lo più scarpinando su pendenze impossibili. Decido di fermarmi li per il pranzo credendo che sia il mio ultimo pranzo. Il caldo e la fatica mi hanno proprio schiacciato questa volta. Sento Elettra via radio e ci rendiamo conto di essere allo stesso punto io sopra loro sotto Monterosso.

Finito il pranzo mi riposo ancora un’ora al fresco dei lecci secolari del santuario e interagisco con i pellegrini per capire le prossime fatiche: mi mancano più di 40 km alla meta.

Pur in un momento di massimo caldo alle 14 decido di ripartire, voglio arrivare a Portovenere con ancora la luce troppo vivo il ricordo dell’arrivo col buio a Bonassola di sole 24 h prima.

Arrivato in vetta con un falso piano inizia la strada litoranea delle 5 terre: uno spettacolo! In poco tempo arrivo a Corniglia e qui erroneamente mi ritrovo sulla strada per Pignone. Un Milanese in la con l’età mi ha sviato dal mio intento di proseguire sulla litoranea dandomi delle indicazioni palesemente errate.

Nonostante ciò l’arrivo a Spezia non è problematico e meno brutto di quanto immaginavo il su e giù che in 12 km mi porta alle 17e20 a Portovenere. La gioia diventa felicità quanto sentita Elettra scopro che hanno preso delle cozze stasera sarà sicuro una bella cenetta e spero di poterle gustare sulla Palmaria (isola di fronte a Portovenere) insieme ai miei soci…

Ore 11 Elettra:

La giornata inizia un po a rilento dopo la lunga giornata di ieri, oggi cambia uno dei componenti dell’equipaggio di elettra. Salutiamo Gianfranco con cui è stato magnifico navigare e accogliamo Luca.
Gianfranco prima di partire si premura di portare i bulloni che mancavano mentre con Andrea rifacciamo la legatura dell’albero. Intorno alle 11 io e Luca lasciamo Bonassola alla volta della Palmaria.
Le condizioni sono ottime e si procede intorno ai 2 nodi.
Raggiungiamo il parco delle cinque terre e tiriamo su la lenza .
Il passaggio davanti al Mesco é spettacolare, e appena superato ci si apre una vista sulle cinque terre.
Ad un certo punto sale la brezza e apriamo la vela che ci aiuta un po.
Poi troppo caldo ci fermiamo un miglio fuori in mezzo al blu per un bagno e quando risaliamo e accendiamo il motore nulla si muove…
Panico
Poi ci ragioniamo un po e decidiamo di aprirlo e capire cosa ha ( in mare non si sta mai con le mani in mano).
Troviamo quindi il selettore di velocità bruciato e decidiamo di bypassare.
Quindi ora elettra va solo o al massimo in avanti o niente.
Riusciamo a procedere e appena finisce il parco ci fermiamo per provare una pescatina subacquea, ma con la fretta di ripartire non si pesca bene, utilizzo tattiche sbagliate che non porteranno a nessuna cattura.
Risalgo in barca e nel frattempo si è alzata una forte brezza che ci spinge proprio in poppa.
Portovenere dista ormai un paio di miglia che facciamo tutte a vela sempre ad almeno due nodi, una veleggiata incredibile che ci fa entrare nel canale di Portovenere a vela. Un entrata in porto scenica tanto da indurre molti turisti a puntare il loro smartphone su di noi.
Finalmente incontriamo Ale che ormai ci aspettava da un po’.
Dopo due lavoretti carichiamo Ale e ci muoviamo in direzione palmaria spinti dalla vento, giriamo un capo e accendiamo il motore (sempre e solo alla massima potenza ) ma il nostro approdo é distante e le batterie scendono a vista d’occhio.
Riusciamo a raggiungere un punto buono e scarichiamo tutto.
Ma a portovenere ora Justine che ci è venuta a trovare aspetta un passaggio. Riparto solo e per fortuna con la barca scarica. Appena girata la punta mi accorgo che il vento di prima è calato e questo mi permette di tornare a Portovenere senza utilizzare troppa energia. Le batterie ci stanno mollando, ma attendo il molo per montare quella di riserva. Finalmente eccola li che mi attende al molo. Carichiamo tutto e sostituisco la batteria.
Ripartiamo e navigare in questo canale è magnifico pieno di luci e con un paesaggio tutto particolare.
La batteria però non dura come quanto sperato e dopo aver girato il primo capo segna 0 . Panico
Il vento ci spinge verso largo e la batteria non eroga abbastanza potenza da contrastare questa spinta e per un attimo pensiamo che avremmo passato la notte alla deriva su elettra in direzione Lerici.
Torniamo alle altre batterie che sono un po meno scariche e questa volta vinciamo il vento e riusciamo a ridossarci sottocosta dove si attenua.
In questo corridoio di vento basso ad un passo dagli scogli procediamo, ormai a batterie più che scariche, fino a raggiungere gli altri prodi compagni di viaggio che nel frattempo avevano preparato un ottima pasta alle cozze.
Menomale che anche questa avventura si è conclusa con un piatto di pasta. La lezione tratta invece, per quanto sembri ovvio è: no, le barche solari è meglio che non navighino di notte.