Giorno 5: nuovi avventurieri

Il giorno 5 è particolare perche l’equipaggio della spedizione cambia notevolmente. Salutiamo Luca e Ale che rientrano e accogliamo rispettivamente in barca e in bici: Bond e Masa.
La navigazione e il ciclare iniziano tarda mattinata vista la serata di ieri, nonostante ciò alla fine riusciamo a rimanere sulle nostre 14 miglia giornaliere.

Elettra:
Avendo l’energia accumulata dal giorno prima ci siamo permessi una navigazione alla massima velocita(infatti in un pomeriggio abbiamo fatto 14 miglia!).
La giornata trascorre velocemente in realta perché si chiacchera molto e ci si aggiorna:una giornata in barca è un ottima occasione per aggiornarsi tra vecchi amici.
Verso le 4 si alza uno splendido vento che ci accompagna alla meta alla velocità di 3 nodi.
Giungiamo alla foce del serchio dove ci accamperemo per la serata, ma mentre entriamo nella foce del fiume delle ondate nell’acqua bassa ci entrano in barca. Nulla di grave arriviamo a riva e la svuotiamo. Per mangiare con noi giungono degli amici Pisani,ma arrivano dall’altro lato del fiume cosi li carichiamo e li trasbordiamo.
Nel frattempo arriva masa, sempre dall’altro lato, e cosi carichiamo lui, la poderosa, il carrello e lo portiamo all’accampamento.

La barca è al sicuro il fuoco è acceso, così mi infilo la muta carico il fucile e ho tempo per una breve pescatina.
Non ho mai pescato alla foce di un fiume… che curiosità!
Giro per una mezz’oretta buona in un acqua al limite del visibile senza andare incontro a nessun pinnuto.
L’unico incontro è stato con un piccolo granchio, che appena incrociato lo sguardo con il mio ha deciso di insabbiarsi prontamente.
Niente pescato sta sera, tocca una classica pasta al sugo…

Poderosa:
Travaso energia da un recipiente all’altro. Dal pannello alla batteria, poi in un’altra più grossa. L’imbuto ha due led, un dissipatore. Il vinaio rispetta la luna per imbottigliare, travasare. A me i tempi dei travasi li detta il sole. È un po’lento questo sole a scender giù, passare il pannello,le batterie e infilarsi nella ruota. A destra è uno sfilare ininterrotto di stabilimenti balneari, un’atmosfera un po’jerrycalà, senza gli sfondi anni 80. Costeggio il mare, vento a favore e ruota carica, le prime ore scorron bene tra due chiacchiere per radio, una granita e tante ciclabili. Dopo Viareggio abbandono la costa e finisco su un’aurelia veloce e trafficata con ormai poco sole da poter spendere. Per raggiungere elettra nel luogo dell’appuntamento mi tocca sperimentare una decina di chilometri controvento con pedalata ostacolata da un motore scarico. Il resto è un trasbordo, un bagno, un fuoco, umidità, cibo e vino.